Kundalini Yoga a Woodstock – 15 agosto 1969

Poster di Woodstock

Gurujot Singh Khalsa
(tratto da www.soulanswer.com)

poster di Woodstock

Ciò che non è stato raccontato sulla storia di “Woodstock” è che fu aperto con Ong Namo Guru Dev Namo.

Quando si diffuse la notizia che Woodstock sarebbe stato un evento gratuito e la gente iniziò a prendere d’assalto Bethel, NY, nessuno dei musicisti che pensava di raggiungere il posto in macchina poté farcela, perché tutte le strade erano chiuse. Il sabato mattina, il gruppo spalla di apertura, “The Band”, non era arrivato. Essendo già presente per l’apertura del concerto una gran folla, di circa 400.000 persone, e non essendo ancora arrivato il gruppo spalla, Tom Law, uno studente/insegnante di Kundalini Yoga secondo gli insegnamenti di Yogi Bhajan (e allevatore di maiali!) disse ai promotori che se avevano bisogno di qualcuno che tenesse svegli i presenti in attesa del gruppo spalla, sarebbe stato felice di aprire Woodstock con una serie di esercizi di Kundalini Yoga.

Questo evento, che ha cambiato il corso della storia, fu così aperto con “Ong Namo Guru Dev Namo”, con un esercizio di base di pranayama, con una semplice serie di esercizi di Yoga e una meditazione. Per tutta la manifestazione il Kundalini Yoga mantenne la pace… Il resto è Storia. È una storia che ha sottratto all’evento principale il suo pur grande valore.

Tom Law aveva lavorato a Woodstock nell’ambito della missione della Hog Farm di insegnare alla gente come vivere della terra. Gli organizzatori di Woodstock avevano chiesto a Lisa e Tom Law, e alla Hog Farm, di prestare la loro esperienza per preparare da mangiare per grandi gruppi e avere cura delle persone sotto l’effetto delle droghe (secondo il “metodo 3HO”). Fu così che durante la preparazione di Woodstock ci furono ogni giorno lezioni di Kundalini Yoga.

Dopo aver aperto il concerto di Woodstock con un kriya di Yoga, sul palco si avvicendarono varie altre lezioni di Yoga improvvisate tra un artista e l’altro, giusto per riempire gli spazi vuoti nei momenti di difficoltà tecniche o quando i gruppi non erano arrivati. Si decise di procedere così esclusivamente per mantenere la folla calma. La situazione era tutt’altro che controllata.

Due dei principali gruppi (gli Who e i Grateful Dead) avevano saputo che non sarebbero stati pagati e si rifiutarono di suonare fino a quando non ricevettero il loro compenso in anticipo. Tutto ciò avrebbe potuto penalizzare l’evento e trasformarlo da “Lovefest” in sommossa. Non appena si sparse la voce tra la folla che non ci sarebbe stato l’evento per il quale erano venuti, la gente divenne furiosa. Dietro le quinte ci furono dei momenti di forte tensione al limite della rissa tra i più grandi nomi della manifestazione e gli ego erano infiammati. Nonostante ciò, ogni volta che un gruppo fu in ritardo o qualcosa non andò per il verso giusto, Tom Law salì sul palco e condusse un’altra lezione di Kundalini Yoga.

Un partecipante della 3HO disse che “L’energia di Yogi Bhajan era in tutto quel luogo. Egli vide ciò che stava per accadere e fece in modo di avere qualcuno sul posto per occuparsene”. Gli eroi non noti di Woodstock furono Yogi Bhajan e lo Yoga della Consapevolezza.

Come si è espresso qualcuno…

“La storia sconcertante dell’umanità è piena di punti di svolta evidenti e di fatti di rilievo: battaglie vinte, trattati firmati, governanti eletti o dismessi e ora, apparentemente, pianeti conquistati. Altrettanto importanti sono le notevoli ondate crescenti di movimenti popolari che influenzano le menti e i valori di una o più generazioni e non tutti possono essere chiaramente legati a un tempo o un luogo. Guardando indietro all’America degli anni ’60, gli storici del futuro potrebbero cercare il significato di un tale movimento. L’attenzione si concentra sui giorni e le notti dal 15 al 17 agosto, 1969, nella fattoria di 600 acri di Max Yasgur a Bethel, NY”.

Woodstock era stato annunciato come “An Aquarian Exposition”, ossia un’esposizione acquariana e ciò che gli storici futuri potrebbero non riconoscere… è ciò che accadde realmente… ciò che ha reso Woodstock, Woodstock.

Che cosa sarebbe stato “Woodstock” e che cosa avrebbe significato Woodstock senza tutte quelle lezioni di Yoga a 500.000 persone inquiete possiamo solo immaginarlo. Immaginate un evento con 500.000 hippy inquieti, arrabbiati per i loro amici che tornavano a casa dal Vietnam in casse, senza cibo, senza acqua, zuppi di pioggia e sporchi di fango e… senza le molte lezioni di Kundalini Yoga offerte nel corso delle tre giornate. Questo evento, a scopo di lucro, dall’astuto titolo di “An Aquarian Exposition” sarebbe stato una catastrofe completa.

Tuttavia portò i vertici del potere a credere che ci fosse stato un cambiamento nella coscienza; che loro non erano assolutamente in grado di controllare questa nuova generazione di giovani; che questa nuova generazione aveva imparato a convivere e aveva deposto le armi e non aveva intenzione di partecipare più alla negatività. Così fu!!! …nella misura in cui ciò può accadere se la gente pratica Kundalini Yoga.

Woodstock ha perpetuato la convinzione che fu possibile solo grazie alla presenza del Kundalini Yoga, e questa convinzione ha spronato questa generazione perché potè sempre tornare indietro a “Woodstock” e credere che in qualche modo avrebbero potuto realizzare tutta questa “faccenda del sogno dell’Acquario”, eppure tutto avrebbe dovuto essere attribuito al Kundalini Yoga secondo gli insegnamenti di Yogi Bhajan. Woodstock fu il “nostro” evento e fu collegato alla Catena d’Oro così come descritta da Yogi Bhajan.

Dal punto di vista di Yogi Bhajan, l’evento Woodstock fu il luogo di nascita della nazione spirituale Khalsa. Ebbe luogo poco meno di 3 mesi prima del 500° anniversario della nascita di Guru Nanak e, 9 mesi dopo, Yogi Bhajan scese da un aereo a Toronto, in Canada per insegnare l’idroterapia.

Richie Havens non era il primo musicista in scaletta, ma mentre Tom Law stava recitando l’Ong Namo i promotori chiesero a Richie se poteva dare inizio alla musica e lui fu d’accordo. La folla rilassata dal Kundalini Yoga fu coccolata da “Strawberry Fields Forever (Nothing to get hung up about)”, “Handsome Johnny” e una canzone contro la guerra (“It’s a long hard road until we are free”). Richie Havens cantò tutto quello che aveva e grondante di sudore cominciò a lasciare il palco. I promotori andarono da lui e gli dissero che i “The Band” non erano pronti e che non avevano nessun altro. Poteva lui, per favore, fare uno sforzo e offrire un’altra canzone?

Stanco morto, Richie Havens tornò sul palco e disse alla folla che stavano facendo la storia e poi cantò una canzone che non aveva messo in scaletta. Quella canzone non pianificata divenne l’inno di Woodstock e ciò che quella generazione stava cercando di realizzare, “Freedom” ossia “Libertà”. “Freedom” non solo divenne l’Inno di Woodstock, fu l’Inno che avviò l’Era dell’Acquario in Occidente. “Freedom” è la canzone che definì quello che stavamo cercando di realizzare. Fu il “Mitr Piare Nu” (shabad composta da Guru Gobdin Singh) di quell’Esposizione dell’Acquario: una canzone di profonda nostalgia di liberazione, per guarire le nostre ferite, affrontare il nostro dolore presente e rendere questa la nostra ultima vita qui.

“Sometimes, I feel, like a motherless child… Sometimes, I feel, like I’m almost gone… A long way from my home. Freedom”

Ecco il link se volete ascoltare e vedere la versione di Richie Havens, così come interpretata di fronte a oltre 400.000 persone, proprio a ridosso del 500° compleanno di Guru Nanak (nato nel 1469): www.youtube.com/watch?v=UcRWWC8wD-A

In segno di riconoscimento per questa canzone che ha significato così tanto per così tanta gente, il Presidente eletto Bill Clinton chiese a Richie Havens di cantare “Freedom” al suo primo ballo inaugurale dopo aver prestato giuramento come Presidente il 20 gennaio, 1993.

L’evento Woodstock e in modo specifico la canzone “Freedom” furono le energie con le quali nacquero la 3HO e il Sikh Dharma in Occidente. Il disordine fu capovolto, salvato e glorificato dal Kundalini Yoga. Ripensando a Woodstock, niente dovrebbe farci provare imbarazzo per le nostre radici hippy, ma dovrebbe fornirci l’opportunità di onorare l’energia da cui siamo venuti e pensare a ciò che può accadere quando si è collegati alla Catena d’Oro.

Traduzione e adattamento in italiano
(cercando di mantenere il più possibile lo stile discorsivo del testo originale)
a cura di Nimrita Kaur e Sujan Singh.

Grazie a Sadhu Singh per i sottotitoli in italiano nel video!

 

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